Il volume racconta sotto l'aspetto militare, ma in un contesto politico europeo, la guerra italo-turca per il possesso della Libia del 1911-1912, episodio culminante della politica colonialista e nazionalista avviata alla fine dell'Ottocento da Crispi.
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Frutto di equivoci diplomatici, risvolti grotteschi ed errate valutazioni socio-economiche, si concluse con uno spaventoso quanto inutile bagno di sangue, al limite del genocidio. Sergio Romano, che ne fa una cronaca fedele e minuziosa, ritiene che essa presenti alcuni elementi di quei conflitti che oggi affliggono i rapporti tra il mondo islamico e quello occidentale.