Un adolescente thailandese vive con la madre, proprietaria di un motel per turisti, e il suo fedele maiale Clint Eastwood. Il padre è tornato negli Stati Uniti, paese d'origine, con la promessa, non mantenuta, di portare con sé la famiglia.
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Un vedovo americano trascina gli ultimi anni della sua esistenza in Thailandia, su una sedia a rotelle, con il figlio, la nuora thai e i nipotini che non capiscono la sua lingua. Ma sull'autoscontro di un luna park la sua vita prenderà una piega inaspettata. Una carrellata di volti, ritratti nell'istante in cui la tristezza si condensa in un assorto umorismo, sguardi sospesi fra due mondi, storie di figli, madri e padri, in cui l'umano dolore è stemperato dall'ironia. E dove l'Oriente - alieno dagli stereotipi di un facile esotismo - osserva l'Occidente con occhio disincantato. Rattawut Lapcharoensap, thailandese-americano, annoverato fra le migliori voci della nuova generazione, mette a nudo in sette racconti la vera faccia della globalizzazione. La minimale asciuttezza dello stile ottiene, per sottrazione, una scrittura di bruciante e vertiginosa profondità.
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