«Chi come me è costretto ad andare spesso per le carceri, finisce per trovare insopportabile la vista dell’uomo in catene. A parità di giustizia, è infinitamente maggiore la soddisfazione umana che si prova nello scarcerare un innocente di quella del mandare in prigione un colpevole. Anche quando si è perfettamente convinti della sua colpa».
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Sono parole di Cesare Terranova, il magistrato assassinato il 25 settembre 1979 insieme al maresciallo Lenin Mancuso che gli faceva da scorta. Benché emblematica della lotta contro la mafia e delle indagini sul suo rapporto con la politica siciliana, la sua oggi è una storia quasi dimenticata, ma Luca Gulisano la riporta alla memoria attraverso una solida ricerca documentaria e le testimonianze di alcuni parenti del magistrato. Oltre che resoconto molto ricco e attento ai fatti e alle analisi dei documenti, il libro mette in luce il profilo umano del giudice che fronteggiò Luciano Liggio, portò in tribunale il Gotha mafioso degli anni Sessanta e Settanta, e fu il primo a far emergere i rapporti dei boss con personaggi di spicco della politica come Lima e Ciancimino. Prefazione di Adriana Laudani.