Nel 1969, introducendo una raccolta di saggi in tributo a Norbert Wiener, il cibernetico belga Georges R. Boulanger si domandava emblematicamente: «Ma in fondo che cos’è la cibernetica? O meglio, che cosa non è, perché paradossalmente più si parla di cibernetica, meno sembra ci si trovi d’accordo su una sua definizione».
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Negli ultimi decenni, l’irruzione sulla scena sociale di tecnologie sempre più complesse e performanti ha contribuito a riportare in primo piano tale questione irrisolta anche nell’ambito della più recente filosofia politica. Questo libro si propone di fare finalmente chiarezza sullo statuto teorico della cibernetica a partire da un’analisi critica, elaborata in chiave storico-epistemologica, della sua genesi e delle sue nozioni fondamentali, della sua diffusione all’interno delle scienze umane, sociali e politiche e, soprattutto, dei suoi impensati. La ricostruzione e la ricognizione della sua emergenza storica consentiranno di aprire la strada per una giusta posizione dei suoi problemi e, sulla scorta di ciò, di provare a pensare altrimenti tutta una serie di questioni che riguardano da vicino alcuni degli irrisolti più rilevanti della nostra attualità.