Parigi, 1933: tre giovani amici si ritrovano al Bec-de-Gaz, bar di rue du Montparnasse. Sono il giovane Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir e il compagno di studi filosofici, nonché amico di lunga data, Raymond Aron, assorti nel discutere della nuova corrente concettuale nata a Berlino e chiamata Fenomenologia.
[...]
"Vedete", dice Aron, "se sei un fenomenologista tu puoi parlare di questo cocktail e fare filosofia al di fuori di questo!". Suggestionato dal mistero racchiuso in quella frase, lo stesso anno Sartre va in Germania alla scoperta del nuovo fermento intellettuale che sta agitando una nazione. A Berlino si avvicina al pensiero del filosofo Husserl e del suo "protégé" Martin Heidegger, intenti a capovolgere, dalle cattedre dell'università, l'intero pensiero umano, distruggendo la storia della metafisica e ricostruendo la filosofia dalla base. Tornato in Francia, Sartre trova l'ispirazione per ideare una nuova e straordinaria filosofia del vissuto e dell'esperienza quotidiana - una filosofia dell'amore e del desiderio, della libertà e dell'essere - che, incontrandosi con la sensibilità umanistica tipicamente francese, sarà alla base di quei movimenti di attivismo politico e culturale che agiteranno la seconda metà del secolo.
Lo trovi in
Scheda
Commenti
Per inserire il tuo commento o il tuo voto, devi comunicare il tuo codice utente e la tua password.