Sul delirio e sulla predisposizione schizofrenica.
Vivacissimo negli anni della contestazione antipsichiatrica, il dibattito sulla schizofrenia si è estinto in conseguenza di una restaurazione psichiatrica, ideologica più che scientifica, che è giunta a riproporre tout-court lo stereotipo della malattia cerebrale.
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Oppore a questo riduzionismo biologo, che assume il cervello come un organo qualsiasi, una critica meramente destruens non ha, però, più senso. La miseria culturale, scientifica e filosofica della neopsichiatria rende necessario proporre un modello alternativo, sociobiopsicologico, che spieghi i fatti clinici e dia ad essi senso.
La conclusione paradossale cui giunge l'autore è che, nella maggioranza dei casi, la scissione schizofrenica è favorita da una particolare ricchezza del corredo dei bisogni intrinseci, alla quale va ricondotta la predisposizione ad ammalare.
Luigi Anepeta, psichiatra e psicoterapeuta, ha lavorato in ospedale psichiatrico, ritirandosi poi dal servizio pubblico per dedicarsi ad un lavoro di ricerca orientato alla definizione di un modello psicopatologico psicosociostorico.
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